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Green pass al lavoro…

Gazette vita – Approvato il decreto che entra in vigore il 15 ottobre ed estende il certificato verde a tutto il mondo del lavoro: Il governo italiano ha reso obbligatorio il passaporto vaccinale nei luoghi di lavoro. I dipendenti dovranno dimostrare di essere stati vaccinati contro il COVID-19, di aver avuto una malattia o di mostrare i risultati dei test PCR. Chi non ha un certificato Covid non verrà licenziato, ma sarà sospeso senza stipendio. Le imprese pagheranno anche una multa fino a 1500 euro.

Dopo giorni di tensioni e divisioni il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il nuovo decreto che estende il green pass a tutto il mondo del lavoro, pubblico e privato, a partire dal 15 ottobre e fino al 31 dicembre. Con questo decreto l’Italia torna ad essere pioniera in Europa. Ora la certificazione verde è obbligatoria per 23 milioni di persone: lavoratori della Pubblica amministrazione, delle aziende private grandi e piccole, autonomi come i tassisti, baby sitter, colf, badanti. Anche i professionisti, dal 15 ottobre, dovranno avere il passaporto vaccinale. L’imposizione si applica pure «a tutti i soggetti che svolgono a qualsiasi titolo la propria attività lavorativa o di formazione o di volontariato presso le amministrazioni», anche sulla base di contratti esterni.

Per essere esentati serve il certificato medico. Molto dure le sanzioni, che arrivano fino alla sospensione dal lavoro e dallo stipendio. Restano aperti alcuni nodi. La prima riguarda il lavoratore in smart working. Al momento non è stato stabilito se deve avere il green pass e dunque lo decideranno i ministri Renato Brunetta e Roberto Speranza in apposite linee guida che saranno firmate da Draghi. Rimane da definire anche il periodo di assenza ingiustificata per i magistrati che potrebbe essere di 15 giorni.

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