Vita Gazette

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I Savoia fanno causa allo Stato per il tesoro:

“Quei gioielli sono nostri”

Vita gazette – I figli dell’ultimo re d’Italia hanno ora citato in giudizio in sede civile lo Stato Italiano nella loro guerra per riavere i gioielli della corona.  I discendenti del re Umberto II intrapresero un’azione legale per il tesoro che era stato custodito nel caveau della Banca d’Italia per 76 anni. La prima udienza si terrà presso il tribunale di Roma il 7 giugno. Chi fa causa allo Stato italiano sono: Vittorio Emanuele di Savoia, figlio di Umberto II; tre figlie, Maria Gabriella, Maria Pia e Maria Beatrice…

La Famiglia Savoia, che ha rivendicato i diritti sui gioielli consegnati alla Banca Centrale d’Italia dopo il passaggio dell’Italia dalla monarchia al regime repubblicano, aveva emesso un “restituire i gioielli entro 10 giorni” avvertendo del rifiuto ricevuto da lo stato italiano. Successivamente si tennero riunioni di mediazione tra le parti, ma come previsto, gli eredi del re non ottennero il risultato sperato. Dal momento che spille, collane, gioielli con più di 6.000 diamanti e 2.000 perle su diademi non sono stati restituiti, questa volta sono andati in tribunale. L’avvocato Sergio Orlandi, che rappresenta il figlio di Umberto II Vittorio Emanuele di Savoia e le sue tre figlie, Maria Gabriella, Maria Pia e Maria Beatrice, ha detto che la prima udienza si terrà presso il tribunale di Roma il prossimo 7 giugno.

Di chi è il tesoro reale?

Umberto II è stato l’ultimo Re d’Italia, dal 9 maggio al 18 giugno del 1946. A causa della brevissima durata del suo regno, poco più di un mese, venne soprannominato “Re di maggio”. Infatti, il 2 giugno 1946 ebbe luogo il referendum per scegliere fra monarchia o repubblica. La maggioranza in favore della soluzione repubblicana fu di circa due milioni dei voti validi. Il 13 giugno il Consiglio dei ministri trasferì ad Alcide De Gasperi le funzioni di capo provvisorio dello Stato.

Per la restituzione dei gioielli custoditi tramite Nazionale è stata inviata una raccomandata ai tre enti definiti interlocutori nella mediazione il 29 novembre 2021 dall’avvocato Orlandi ed è stata avanzata richiesta di restituzione. La risposta è stata respinta ventiquattro dopo, il 30 novembre. Successivamente, hanno avvertito lo stato di “restituire i gioielli entro 10 giorni”. Dopo che anche questa risposta è stata respinta e la trattativa di mediazione tra le parti si è conclusa negativamente, è stata avviata la fase conclusiva del processo.

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