Covid 19, lo studio dell’IRCCS San Raffaele:
“Rischio cardiovascolare aumenta nei primi 3 anni”
Vita gazette – L’aumento del rischio cardiovascolare associato nei pazienti Covid-19 potrebbe essere esteso per anni e non limitato alla fase acuta dell’infezione.
Chi ha preso il Covid-19 ha un rischio di infarto e ictus più alto nei tre anni dopo l’infezione. Sono questi i risultati dello studio, pubblicato su “Cardiovascular Research”, condotto dai ricercatori dell’IRCCS San Raffaele di Roma in collaborazione con gli studiosi dell’Università di Roma “La Sapienza” e dell’Università di Napoli “Federico II”.
I ricercatori hanno studiato l’evoluzione del rischio di eventi cardiovascolari e cerebrovascolari, come infarti o ictus, in oltre 200.000 persone, tra prima e dopo aver contratto il Covid-19. È il primo studio a valutare questo tipo di rischio condotto sulla popolazione generale e non su soggetti ospedalizzati.
L’aumento del rischio di sviluppare eventi cardiovascolari dopo aver contratto il Covid-19 era stato confermato già da diversi studi, ma le ricerche oggi disponibili sono state sempre effettuate su gruppi ristretti di pazienti ospedalizzati. Oggi, invece, sappiamo che questo rischio non è limitato solo alla fase acuta dell’infezione, ma può persistere anche per diversi anni.
I risultati del confronto tra i dati
Per stabilire l’eventuale aumento del rischio di eventi cardiovascolari e cerebrovascolari, i ricercatori hanno attinto dallo stesso database, ma consultando i dati relativi agli anni precedenti alla pandemia: nello specifico, quelli del periodo compreso tra il 2017 e il 2019.
Dal confronto di questi due insieme di dati è emerso che nel gruppo infettato dal Covid-19 i casi di eventi cardiovascolari sono stati il doppio di quelli registrati nel gruppo prepandemia.
Gli autori dello studio hanno spiegato che in base a questi risultati è importante seguire i pazienti che hanno avuto il Covid-19 anche per periodi più lunghi, attraverso programmi di follow-up per prevenire e ridurre quindi il rischio di eventi di questo tipo.
“I risultati hanno dimostrato che il gruppo infettato dal virus del Covid-19 ha avuto circa il doppio dei casi di infarto del miocardio, ictus cerebrale, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale e miopericarditi. Un rischio maggiore che nella popolazione affetta da Covid-19 si protrae per almeno 3 anni. La rilevante ricaduta clinica e sociale impone quindi un’attenzione particolare nei confronti dei soggetti colpiti dal Covid-19 che devono essere seguiti nel tempo, per il possibile sviluppo di malattie cardiovascolari” ha spiegato il Prof. Massimo Volpe, Responsabile del “Centro per la Diagnosi e Cura dell’Ipertensione Arteriosa e delle Complicanze Cardiovascolari” dell’IRCCS San Raffaele e tra i firmatari dello studio. Il lavoro scientifico invita quindi alla pianificazione di un follow-up più lungo per i pazienti affetti da Covid-19, al fine di prevenire e gestire tempestivamente il potenziale verificarsi di eventi cardiovascolari e cerebrovascolari avversi maggiori.
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