Laveno Mombello:
il presepe sommerso e le sue lucine
Anna Maria Tardiolo – Se si pensa a un luogo magico in Italia dove vivere l’atmosfera natalizia come in un villaggio di Babbo Natale, bisogna raggiungere la sponda orientale del Lago Maggiore: Laveno Mombello.
Incastonato tra il lago e i monti, nel periodo natalizio diventa un paese magico. Ogni parte del borgo, incluse le fontane e le piante sono illuminate da 500mila luci a led. La neve caduta copiosa anche sul Monte Sasso del Ferro, il punto più panoramico di questa località lombarda, fa’ da sfondo alle slitte e alle renne collocate sul lungolago. Ovunque cada lo sguardo non si può non vivere l’allegria del Natale. Nel buio della sera si passeggia tra le vie i cui contorni sono accennati da piccole luci che guidano il visitatore come farebbero le lucciole in una serata d’estate. L’aria fredda che cala dai monti, sfiora il viso ed è appagante avanzare per raggiungere un abete illuminato poco più giù o le installazioni luminose collocate sul lungolago mentre anche le acque del lago solitamente blu in contrasto con il verde dei monti circostanti, si accendono e si animano come a ricordare della loro esistenza e del dovere di prendercene cura altrimenti tutto questo sarebbe difficile che si possa vivere ancora. Il Lago Maggiore: magnifica presenza ammirata da migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo in ogni stagione dell’anno, in questo periodo dell’anno e fino all’Epifania, sulle sponde di Laveno Mombello si anima oramai da oltre quarant’anni. Quarantadue per l’esattezza. Quando cala il buio il suo fondale si illumina e le quarantadue statue collocate su cinque differenti piattaforme che compongono il presepe sommerso si rendono ancora più visibili.
Un’opera, il presepe sommerso, nata quasi per caso nel 1975 da un’idea di Ovidio Garolla, sommozzatore lavanese e presidente del Club Svizzero che cominciò a prendere corpo come oggi la possiamo ammirare, qualche anno più tardi, nel 1979, quando allo scultore Gianfranco Tancredi di Brendola fu affidato il compito di realizzare le prime tre statue, la Madonna, San Giuseppe e il Bambino Gesù, scolpite con la pietra bianca di Vicenza a grandezza naturale. L’arte derivata dalla creazione umana e quella dataci in custodia dalla natura, si fusero per un breve periodo dell’anno. L’opera fu apprezzata tanto che da quel momento, ogni anno il presepe si arricchì di nuove statue. Gli abitanti del borgo, enti locali vollero commissionare nuovi personaggi fino ad ottenere un presepe sommerso attualmente di ben quarantadue statue. Con il passare del tempo e il susseguirsi della cerimonia d’immersione delle piattaforme sulle quali si trovano collocati i personaggi del presepe, divenne un appuntamento trasformatosi ben presto in una tradizione assai partecipata. Un momento solenne accompagnato da dolci note musicali che oggi come allora costituiscono il sottofondo alle accensioni delle luci che illuminano anche il presepe. I concerti, le mostre, gli appuntamenti per l’intero periodo natalizio si avvicendano e le giornate passano liete mentre stelle comete e fantastiche “creature” incantano il Parco del Gaggeto riportando gli adulti ad emozioni allegre della loro infanzia e offrendo ai più piccoli un luogo magico dove sognare è possibile ancora!
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