Festival di Cannes 2022:
Triangle of Sadness di Ruben Östlund conquista la Palma d’oro
Vita gazette – Il 75esimo Festival di Cannes si è concluso con la cerimonia di chiusura che ha visto assegnare tutti i premi del ricco palmares: a trionfare è stato Triangle of Sadness di Ruben Östlund, regista svedese che bissa così la Palma d’oro conquistata nel 2017 per “The Square” ed entra nel ristretto club di cineasti insigniti per ben due volte sulla Croisette del prestigioso riconoscimento (tra cui i fratelli Dardenne, Ken Loach, Francis Ford Coppola). C’è gloria anche per l’Italia con il premio della giuria a Le otto montagne.
Ad ogni festival, guardiamo film che danno messaggi su “Essere un mondo migliore e una persona reale” e li premiano. Ecco perché il periodo delle feste colorate che finisce è insieme triste e pieno di speranza. Ci aspettiamo che i governanti del mondo guardino questi film e prendano un esempio. In questo periodo, in cui siamo trascinati in giorni pericolosi per mano di coloro che governano il mondo, sia la tristezza che la speranza sono più intense. Il fatto che gli artisti russi, sacrificati tra potere e strategie di profitto, non potessero partecipare al festival, “come se stessero iniziando la guerra!”
Poiché quest’anno si conclude un festival in cui tutte le contraddizioni sono evidenti, la domanda su chi riceverà un premio diventa più priva di senso. Elenchiamo i vincitori e il nostro rispetto per l’arte…
L’specchio della società
Ruben Östlund ha dato i segni del premio quando è stata applaudita per 8 minuti durante la dimostrazione dello specchio che ha tenuto al pubblico. I commentatori avevano già iniziato a dire che avrebbe vinto un premio con il miglior film o con la sceneggiatura… Era come previsto.
Il film è un’esplosiva e paradossale satira politica e sociale dai toni apocalittici, ambientata in gran parte su uno yacht e piena di trovate caustiche e invenzioni beffarde a ripetizione. I protagonisti sono una coppia di influencer che si ritrovano catapultati in una crociera per ricchi dagli esiti catastrofici.
Il Grand Prix: è andato alle relazioni
Sono abbondati gli ex aequo tra i vincitori di quest’anno, con il Grand Prix, secondo premio per importanza dopo la Palma, che è andato a Close del belga Lukas Dhont e a Stars at Noon della regista francese Claire Denis.
Il primo è il racconto dell’intensa amicizia tra due ragazzi di tredici anni, Léo e Rémi, bruscamente interrotta, mentre il film con Margaret Qualley ha per protagonista una giornalista americana di nome Tish, che rimasta bloccata in Nicaragua in un clima di forte tensione entra in contatto con un uomo d’affari britannico, col quale instaura una focosa e turbolenta passione fino a fuggire insieme a lui in Costarica.
il miglior regista
il miglior regista è il regista sudcoreano Park Chan-wook per Decision to Leave, thriller su un detective che si innamora di una donna sulla quale indaga e che è sospettata di omicidio.
La miglior sceneggiatura
La miglior sceneggiatura è andata poi al regista svedese di origini egiziane Tarik Saleh per Boy from Heaven, storia della morte del grande imam del Cairo, evento che dà vita a una spietata lotta di successione.
Miglior attrice e attore
Miglior attrice è l’iraniana Zahra Amir Ebrahimi, protagonista del film Holly Spider, dove interpreta una vigorosa giornalista che indaga per stanare un serial killer di prostitute, miglior attore si è laureato la star internazionale di Parasite Song Kang-ho, interprete sudcoreano protagonista di Broker del maestro giapponese Hirokazu Kore-eda, tenero road movie girato in Corea del Sud in cui il cineasta torna sul tema a lui caro della famiglia attraverso il fenomeno dei baby box usati dai genitori per abbandonare i bambini.
Il premio della giuria
C’è gloria anche per l’Italia con il premio della giuria a Le otto montagne dei registi belgi Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, che firmano l’adattamento del romanzo di Paolo Cognetti con Luca Marinelli e Alessandro Borghi.
Un premio speciale del 75esimo anniversario
Ai soliti fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne, autori belgi habitué dei palmarès di Cannes, è stato tributato infine un premio speciale del 75esimo anniversario per il loro Tori e Lokita, con protagonisti due giovani dell’Africa subsahariana che hanno viaggiato fino in Belgio per cercare una vita migliore ma si ritrovano a far fronte a mille difficoltà per provare a restare a galla.
Tutti i vincitori della 75esima edizione
Palma d’oro
– Triangle of Sadness di Ruben Östlund (Svezia, Germania, Francia)
Grand Prix Speciale della Giuria (ex aequo)
-Close di Lukas Dhont (Belgio, Francia, Paesi Bassi)
-Stars at Noon di Claire Denis (Francia)
Prix de la mise en scène (miglior regia)
-Park Chan-Wook per Decision to Leave (Corea del Sud)
Prix du scénario (miglior sceneggiatura)
-Boy from Heaven di Tarik Saleh (Svezia, Francia, Finlandia, Danimarca)
Prix d’interprétation féminine (miglior interpretazione femminile)
-Zar Amir Ebrahimi per Holly Spider di Ali Abbasi (Danimarca, Germania, Svezia, Francia)
Prix d’interprétation masculine (miglior interpretazione maschile)
-Song Kang-ho per Broker di Hirokazu Kore-eda (Corea del Sud)
Premio della giuria (ex aequo)
-Le otto montagne, regia di Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch (Italia, Belgio, Francia)
-EO, regia di Jerzy Skolimowski (Polonia, Italia)
Camera d’Or alla miglior opera prima
-War Pony di Gina Gammell, Riley Keough (Stati Uniti)
Premio speciale della 75esima edizione
-Tori e Lokita di Jean-Pierre e Luc Dardenne (Francia, Belgio)
Condividi: