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8 dicembre: giorno delle luci e dei colori

Anna Maria Tardiolo- Nella tradizione italiana l’8 dicembre le case si riempiono di luci e di colori. Gli addobbi natalizi invadono gli spazi delle abitazioni. Sui mobili, sul pavimento, sui divani si scorgono festoni, sgargianti palline colorate, puntali a forma di stella, nastri rossi, dorati o argentati, ghirlande e lunghi anzi lunghissimi fili di luci. Tutto, in attesa di essere opportunatamente collocato sui rami degli alberi di Natale che dopo un estenuante metaforico balletto da un lato all’altro dell’appartamento riescono finalmente a trovare un loro posto più per sopraggiunta stanchezza, forse, che per una reale decisione dei padroni di casa. Dall’8 inizia il conto alla rovescia al Natale. Alla fine della giornata ogni cosa dovrà essere pronta per giungere a questo momento.

I regali cominceranno ad ammucchiarsi sotto l’albero e ad ogni nuova aggiunta crescerà l’entusiasmo. Allo stesso tempo, nelle famiglie dalla tradizione cattolica, viene allestito anche il presepe. Anch’esso avrà, sicuramente, subìto la stessa sorte dell’albero prima di trovare la sua definitiva sistemazione che manterrà fino al 7 gennaio. A mano a mano che ci si avvicina al Natale ogni personaggio avanzerà di un poco per completarsi al 6 gennaio con l’inserimento dei Re Magi. L’atmosfera gioiosa, di festa pervade, in questo giorno, ogni parte della società. Le vetrine dei negozi si animano di luci colorate, di neve finta, di elfi e di slitte. All’interno di locali e di uffici s’intravedono magnifici ed eleganti alberi natalizi. Le città si animano. In alcune zone d’Italia come a Caltabellotta, in Sicilia, l’8 dicembre si caratterizza da una particolare tradizione che vede al termine della processione in onore dell’Immacolata, la messa sul rogo di un fantoccio, lu diavulazzu, quale simbolo della vittoria del bene sul male.

Roma ha acceso le sue luci e il suo albero. Quest’anno non si chiama “Spelacchio”, l’albero divenuto ormai famoso nel mondo per il suo aspetto; né “Spezzacchio” l’albero acceso l’anno appresso i cui molti rami si erano spezzati. L’ex “Spelacchio” com’è stato soprannominato l’abete proveniente dal Caucaso, il primo dell’era del neosindaco Gualtieri, è giunto il 30 novembre ed è stato allestito lo scorso fine settimana. Perfettamente in tempo per l’accensione del pomeriggio dell’8 dicembre da parte del sindaco Gualtieri. Malgrado la pioggia durante il momento dell’accesa delle luci l’atmosfera magica che i molti romani e turisti provenienti da tutto il mondo hanno potuto respirare non è stata offuscata. Alto 25 metri svetta da questa sera con le sue colorate palle e brillanti luci al centro dell’aiuola di piazza Venezia, come sempre. Ai piedi di esso 17 pacchi regalo. Quest’anno l’allestimento è stato curato dalla Fao e con questo gesto l’organizzazione delle Nazioni Unite ha voluto simboleggiare gli obiettivi per il raggiungimento di un mondo migliore a cui si sono impegnati 193 paesi entro il 2030: povertà, zero fame, salute, benessere, istruzione di qualità, uguaglianza di genere, acqua pulita e igiene, energia pulita e accessibile, lavoro dignitoso e crescita economica e ridurre le disuguaglianze…

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