I passi nel trattamento del Parkinson…
Vita gazette – Si susseguono ricerche e nuove metodiche sul morbo di Parkinson, che con lo sviluppo della tecnologia è diventato una delle malattie comuni. Uno di questi è la terapia ad ultrasuoni. Parkinson e tremori possono essere trattati con ultrasuoni focalizzati.
MRgFUS
Si può curare il tremore che hanno le persone affette dal morbo di Parkinson? C’è un percorso innovativo che si chiama MRgFUS, acronimo di MR-guided Focused Ultra-Sound che si traduce in italiano in ultrasuoni focalizzati sottto guida della Risonanza Magnetica.
Per casi selezionati
Si tratta di una procedura lesionale indicata per il trattamento del tremore essenziale e di casi selezionati di tremore paarkinsoniano resistenti al trarramento farmacologico.
La finalità della procedura
La finalità della procedura è di effettuare la lesione di un piccolo nucleo implicato nella genesi del tremore del talamo, oppure nucleo Globo pallido Interno.
La procedura viene eseguita all’interno di una Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) in soggetto sveglio e collaborante.
Solo in una sede
La lesione viene effettuata mediante fasci di ultrasuoni focalizzati tali da indurre una necrosi del tessuto tramite calore che blocca il tremore nel lato controlaterale al trattamento: attualmente la procedura ha indicazione per essere eseguita solo in una sede, generalmente quello opposto al lato più affetto dal tremore.
Come funziona?
L’intervento di lesione con MRgFUS Il trattamento dura alcune ore (in media 3-4), durante le quali vengono eseguiti controlli di qualità sulla apparecchiatura, scansioni RMN, misure per individuare il nucleo target, per poi procedere con l’erogazione di ultrasuoni focalizzati. Per tutta la durata dell’intervento il paziente resta sdraiato sul lettino dedicato per la MRgFUS.
Il paziente si deve collabori
La testa del paziente sarà fissata al lettino mediante un casco stereotassico. Tra la testa ed il casco verrà inserita una membrana contenente acqua per facilitare il passaggio degli ultrasuoni.
È molto importante che il paziente collabori attivamente: durante la procedura è necessario che sia sveglio e cosciente per fare in modo che il neurologo possa effettuare un costante monitoraggio clinico dopo ogni erogazione di ultrasuoni, valutandolo clinicamente ed interagendo di persona.
Il paziente resta due notte
La notte successiva al trattamento il paziente resta ricoverato per essere dimesso, nella maggior parte dei casi, due giorni dopo il trattamento.
Ci sono rischi collaterali?
La procedura è minimamente invasiva, tuttavia di natura lesionale, per cui non priva di rischi.
I principali rischi sono legati allo sviluppo di edema cerebrale intorno alla lesione, conseguente alla procedura di MRgFUS, che può impiegare fino a 3 mesi per riassorbire.
Durante questo periodo il paziente potrebbe presentare effetti collaterali, seppur lievi e transitori, quali disturbi della parola, un’andatura incerta o intorpidimento, più raramente debolezza nel braccio o nella gamba trattati. La maggior parte di questi effetti collaterali sono generalmente transitori, ma in alcuni casi possono anche persistere. Per questo vengono effettuati controlli strumentali (RMN) e valutazioni cliniche, dopo l’esecuzione della procedura, a 1 mese, a 3 mesi a 6 mesi ed annualmente, al fine di valutare l’andamento della lesione e l’effetto clinico del trattamento.
Può liberare dal tremore chi ne soffre anche da anni. Ed è un metodo usato anche per trattare i tumori cerebrali. Possono beneficiare di questo trattamento solo alcuni pazienti ben selezionati. In Italia questo tipo di ultrasioni sono praticati a Milano, Napoli, Roma, Palermo, Verona, L’Aquila. Sul sito dell’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano spiegano come funziona.
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