Casa delle Stelle: Teatro alla Scala
di Isabella Laiden
Come il Teatro la Fenice di Venezia, anche il Teatro alla Scala è nato da un incendio. Fino al 26 febbraio 1776 il “Teatro Regina Ducale” era al servizio dei milanesi. Il Teatro La Scala era in costruzione dalle ceneri del teatro, sorto sul luogo dell’odierno Palazzo Reale, quando andò a fuoco alla prima di un carnevale nel 1776.
Teatro Regina Ducale
Tocco artistico di Maria Teresa
Dopo l’incendio, l’imperatrice d’Austria Maria Teresa si mosse per costruire un nuovo teatro in città. Il nuovo teatro cittadino doveva sorgere sul sito della trecentesca chiesa di Santa Maria della Scala (edificata in onore della moglie di Bernabò Visconti, Regina della Scala).
Maria Teresa
Il progetto, disegnato dall’architetto Giuseppe Piermarini, prende vita con il contributo di 90 proprietari di logge fumose del Regio. E la costruzione del teatro fu completata in due anni. La piazza della Scala, che oggi si trova davanti alla facciata di piazza della Scala, allora non esisteva. Gli edifici erano angusti. Per questo Piermarini ha separato il passaggio di auto e pedoni.
Secondo la tradizione dell’epoca, nel teatro, che veniva aperto con una capienza di tremila spettatori, non venivano collocate sedie. Non c’era la fossa dell’orchestra. Il pubblico ha visto l’orchestra e lo spettacolo in piedi. Le spese di costruzione furono sostenute con i proventi della vendita delle logge. Sotto le logge c’erano gallerie chiamate loggione, che ospitavano spettatori di condizione economica inferiore. Il corso delle esibizioni sarebbe chiaro dal pubblico nei loggiones. Gli artisti erano costantemente seguiti. Una cattiva rappresentazione causerebbe pettegolezzi di lunga durata.
La Scala era inizialmente illuminata da ottantaquattro lampade a olio poste sul palco. Si narra che nelle due stanze della Scala fossero immagazzinati centinaia di secchi d’acqua in caso di incendio dovuto all’incendio del Regina Ducale.
Stendhal: Impossibile immaginare qualcosa di nuovo
Quando i calendari riportavano il 3 agosto 1778, iniziarono i quasi 250 anni di storia della Scala. L’apertura è stata realizzata con l’opera Europa Riconosciuta di Salieri, nota per avere una grande rivalità con Mozart.
Il teatro, che ha dato il più grande piacere musicale al mondo, ha tolto il respiro a chi lo ha visto. “Al più bel teatro del mondo, quello che dà il massimo godimento musicale. È impossibile immaginare nulla di più grande, più solenne e nuovo” ha affermato lo scrittore francese Stendhal. Considerata da allora “immutabile”, La Scala ha continuato ad esistere cambiando volto come un gigante culturale che si adegua ai tempi.
Tuttavia, l’anno successivo all’inaugurazione della Repubblica Cisalpina, tutti gli stemmi nobiliari furono rimossi dai palchi. Con l’arrivo di Napoleone fu cancellato anche il palco reale. Nel 1807 il teatro fu rinnovato con decorazioni nel palco e nelle volte: si aggiunsero medaglioni, leoni alati, flautisti che ancora oggi si affacciano sulle sale. Nel 1813 il palcoscenico fu ampliato demolendo alcuni edifici dell’esistente via Verdi. Successivamente, le lampade a olio furono sostituite da lampade a gas. Nel 1883 iniziarono ad essere utilizzate le lampadine elettriche.
Il 9 agosto 1859, davanti al re Vittorio Emanuele II, va in scena Lucia di Lammermoor di Donizetti. Verdi tornava alla Scala e presentava la prima europea di Aida. Per diversi anni alla Scala non fu permesso di mettere in scena opere verdiane. Si dice che la ragione di ciò sia che l’orchestra abbia cambiato l’orchestrazione di Verdi. Per fortuna, in qualche modo, il conflitto tra Scala e Verdi era finito.
La crisi che ha chiuso il teatro
Poi tempi duri, di crisi: nel 1897 la Scala venne chiusa dal Comune di Milano su pressione dei socialisti, a causa della forte crisi sociale. I soldi per riaprirla, un anno dopo, li mise il facoltoso patriota Guido Visconti di Modrone, la direzione artistica fu affidata ad Arturo Toscanini. Il 21 aprile 1889 fece il suo esordio Giacomo Puccini, con Edgar. Nel 1907 la Scala era in fase di ristrutturazione con una capienza di duemilaottocento persone.
Edizione Mussolini
Alla fine della prima guerra mondiale i proprietari della loggia rinunciarono ai loro diritti di proprietà e nel teatro nacque un’amministrazione autonoma. Nel 1929 il fascismo stava crollando anche in Italia e alla Scala. Mussolini ora nominerebbe il capo di Scala. Arturo Toscanini, considerato uno dei direttori d’orchestra di maggior successo, lascia l’amministrazione e va a New York. Stava quindi rientrando in Italia, ma è stato schiaffeggiato dai fascisti davanti al Teatro Comunale di Bologna dopo aver rifiutato di assumersi la responsabilità anche di Giovinezza. Dopo questo evento, Toscanini lasciò il paese nel 1931.
La guerra colpì anche Scala
La guerra aveva ferito gravemente anche la Scala. Durante i bombardamenti del 16 agosto 1943 furono distrutti il tetto dei palchi a quattro piani, la volta e le sezioni allungate, i magazzini dei costumi, i camerini, le sale studio del coro e del ballo e le officine teatrali. Dal 1945 al 1946 il teatro fu ristrutturato. Si riapre al pubblico con un ottimo concerto diretto da A. Toscanini e dalla solista Renata Tebaldi, uno dei soprani più famosi dell’epoca. All’interno del teatro c’erano 5.000 persone, diverse migliaia dotate di altoparlanti in piazza della Scala e nelle vie adiacenti.
Era un tempo in cui la gente comune canticchiava le melodie dell’opera, conosceva bene i propri eroi e oggi conoscono cantanti e attori pop. Questo è stato seguito dal boom economico degli anni ’50 e ’60.
La Scala è stata oggetto di un’importante ristrutturazione tra il 2002 e il 2004 dall’architetto Mario Botta. Molto apprezzato il restauro, eseguito fedelmente all’originale. Oggi la Scala, che ospita le opere famose del mondo, fa luce anche sugli artisti del futuro. Teatro. Ospita anche la Performance Arts Academy, che mira a formare giovani musicisti e ballerini.
E la “Casa delle Stelle”, che adorna i sogni di chi vuole essere una star, continua ad esistere con il suo splendore senza tempo.
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