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Jarmusch vince il Leone d’Oro a Venezia 82

Vita Gazette -Il Leone d’oro va a “Father Mother Sister Brother” di Jim Jarmush. Il Leone d’argento a “The voice of Hind Rajab”. Il migliore attore meritato a Servillo per “La grazia” di Paolo Sorrentino. La migliore interpretazione femminile invece a Xin Zhilei per il film Ri Gua Zhong Tian del cinese Cai Shangjun.

Cerimonia di chiusura della Mostra del Cinema di Venezia 2025: dopo undici giorni di proiezioni, red carpet, standing ovation e dibattiti, è arrivato il momento più atteso: la consegna del Leone d’Oro, del Leone d’Argento e della Coppa Volpi. I vincitori sono stati decretati dalla Giuria Internazionale, presieduta dal regista e sceneggiatore americano Alexander Payne, insieme a Stéphane Brizé, Maura Delpero, Cristian Mungiu, Mohammad Rasoulof, Fernanda Torres e Zhao Tao.

La serata non è stata solo una celebrazione del cinema. È stata anche una piattaforma per il dibattito politico. La situazione in corso a Gaza e gli sforzi della flottiglia per fornire aiuti alla Palestina sono stati temi di spicco nei discorsi dal palco. Quasi tutti i vincitori, con in mano i loro Leoni o Coppe, si sono sentiti in dovere di esprimere solidarietà e condanna, trasformando la chiusura del Festival in un appello collettivo all’azione.

È proprio vero che le giurie dei festival di cinema, le cui insindacabili scelte sono spesso imprevedibili, hanno il potere di ribaltare il senso di un’intera selezione. E quello che è accaduto ieri alla Mostra di Venezia.  Il Leone d’oro va infatti a Father Mother Sister Brother di Jim Jarmusch, un raffinatissimo divertissement sui rapporti familiari, tra lutti, equivoci, segreti, bugie e imbarazzi che però non è certo il film più bello, interessante e significativo presentato quest’anno.

Father Mother Sister Brother è un film delizioso, che racconta con garbata ironia in tre episodi le ipocrisie e i non detti che corrodono le relazioni familiari, dove i figli sono migliori dei genitori. Nel primo episodio, un padre assente e bon vivant, l’eccezionale Tom Waits, finge una vita dimessa di fronte ai due figli in visita, Adam Driver e Mayim Bialik, a lui quasi sconosciuti. Nel secondo, due gemelli, Indya Moore e Luka Sabbat, si ritrovano a Parigi per dare l’ultimo saluto alla casa dove vivevano i genitori hippie, mancati in un incidente. Nell’ultimo, Charlotte Rampling è una madre disinteressata alla vita delle sue due ragazze, Cate Blanchett e Vicky Krieps, e ossessionata dalla cerimonia del tè che una volta all’anno le riunisce.

Nel suo discorso, Jim Jarmusch afferma: “L’arte non deve necessariamente riguardare la politica per essere politica. L’empatia è il primo modo per risolvere i problemi che stiamo affrontando”.

La voce di Hind Rajab della franco-tunisina Kaouther Ben Hania, che commosso centinaia di festivalieri con la straziante storia di una bambina vittima dei massacri di Gaza, di ferma al Leone d’argento – Gran Premio della Giuria. 

Il film sull’uccisione di Hind Rajab, una bambina di sei anni, che si trovava in auto con i familiari e che è stata colpita dalle forze israeliane mentre cercavano di fuggire da Gaza City all’inizio del 2024, ha scosso il festival all’inizio della settimana, ricevendo un’ovazione record di 23 minuti e 40 secondi in occasione della premiere in Sala Grande.

“Dedico questo mondo alla Mezzaluna Rossa Palestinese e a tutti coloro che hanno rischiato tutto per salvare vite umane a Gaza. Sono dei veri eroi. La voce di Hind è la voce di Gaza stessa, un grido di soccorso che il mondo intero ha potuto sentire, ma a cui nessuno ha risposto”, ha detto Ben Hania.

Il premio per la migliore regia va a un altro americano, Benny Safdie che in The Smashing Machine affida a Dwayne Johnson il ruolo di un lottatore di arti marziali miste costretto a fare i conti con il proprio corpo e una turbolenta relazione sentimentale.

Festa per l’Italia che si aggiudica la Coppa Volpi grazie alla splendida interpretazione di Toni Servillo in La grazia di Paolo Sorrentino. In questo film, Servillo interpreta un presidente italiano alle prese con l’imminente ritorno in patria e vari dilemmi morali, un ruolo che mette in mostra le sue eccezionali capacità recitative.

Toni Servillo interpreta Mariano De Santis, il presidente fittizio della Repubblica Italiana. Servillo, come sempre, eccelle nel trasmettere le qualità uniche del presidente, che sicuramente incuriosiranno il pubblico.

Nel suo discorso, l’attore italiano ha dichiarato: “E sento anche, a nome di un sentimento che l’intera comunità cinematografica italiana sta provando in questo momento, di esprimere la mia ammirazione per coloro che oggi hanno deciso di salpare, raggiungere la Palestina e portare un segno di umanità in una terra dove l’umanità viene quotidianamente vilipesa”.

 

 

Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile invece a Xin Zhilei per il film Ri Gua Zhong Tian del cinese Cai Shangjun. Due ragazzi si amano, uccidono per sbaglio una persona e lui si assume il carico della colpa. Si incontrano anni dopo per caso in un ospedale e riprendono un legame rancoroso ma necessario per entrambi. Xin Zhilei, influencer di un negozio di vestiti di terza categoria, rende perfettamente il peso soverchiante della gratitudine, il risarcimento impossibile, il bisogno di essere perdonati e, infine, il sacrificio che non porta alla giustizia. The sun rises on us all nella sua intensa drammaticità tocca il tema del rapporto tra colpevolezza, crimine e volontà.

Per la sceneggiatura è stato premiato À pied d’œuvre, scritta dalla regista Valérie Donzelli e Gilles Marchand. Il film raccontando la storia di un fotografo di successo che rinuncia a benessere e fama per diventare scrittore.

La giovane Luna Wedler è la migliore emergente di quest’anno e con Silent Friend dell’ungherese Ildiko Enyedi, film sull’interconnessione profonda tra esseri umani e mondo vegetale, vince il Premio Marcello Mastroianni.

Il regista italiano Gianfranco Rosi si è aggiudicato il Premio speciale della giuria con il suo Sotto le nuvole, un’opera in bianco e nero che racconta Napoli in modo inedito, tra documentario e poesia.

Benedetta Porcaroli, vincitrice del premio come Migliore Attrice nella sezione Orizzonti per Il rapimento di Arabella, ha dedicato il premio alla Flotilla. Le sue sentite parole, “Dedico questo premio con tutto il mio amore ai nostri amici della Flotilla. Ci ricordano che non è tutto finito e che c’è un motivo per alzarsi la mattina, e si chiama umanità”, sono un potente promemoria della resilienza dello spirito umano.

Nella sezione Orizzonti, il premio come miglior attore protagonista va a Giacomo Covi per il film Un anno di scuola, diretto da Laura Samani.

Nella sezione Orizzonti, il Premio alla Miglior Regia va ad Anuparna Roy per Songs of Forgotten Trees, un film che esplora la difficile situazione del popolo palestinese. Il Premio Speciale della Giuria, invece, va ad Harà Watan di Akio Fujimoto, un film che affronta anch’esso la questione palestinese. Entrambi i film esprimono il loro sostegno alla Palestina, premio in mano. “Voglio parlare della catastrofe che si sta verificando in Palestina. Tutti i bambini hanno il diritto di vivere in pace. Tutti devono prendersi un momento per mostrare il proprio sostegno alla Palestina”, ha affermato Anuparna Roy.

Il premio per il miglior film è andato a En el camino, diretto da David Pablos. Anche questo film porta con sé un messaggio di solidarietà con la Palestina. “Viva il cinema, viva la Palestina”, la conclusione del regista.

Molti riconoscimenti collaterali hanno già arricchito il palmarès. Dal Leoncino d’Oro (andato a The Voice of Hind Rajab di Kaouther Ben Hania, che ha ottenuto anche la segnalazione Cinema for Unicef) ai premi della Settimana Internazionale della Critica e delle Giornate degli Autori, fino al Soundtrack Stars Award a Duse di Pietro Marcello (con menzione speciale per La Grazia di Paolo Sorrentino). Premi alla carriera sono stati attribuiti a due giganti: Kim Novak e Werner Herzog.

Nino D’Angelo, ospite della cerimonia di premiazione della 82esima mostra del Cinema di Venezia, dopo aver cantato il brano Odio e lacrime ha detto: 

“In Ucraina, in Palestina, quando si uccidono i bambini, uccidono il futuro di tutti noi”. 

Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, chiude la cerimonia con un videomessaggio: “Stiamo vivendo un clima di odio profondo, sempre più radicale tra le due popolazioni israeliana e palestinese. La violenza a cui stiamo assistendo è il risultato di anni di linguaggio violento. Questa guerra deve finire quanto prima, è tempo di fermarla. Ma la fine della guerra non segnerà la fine del conflitto, solo delle ostilità. Dobbiamo creare una narrativa diversa”.

Vogliamo ricordare con grande affetto Giorgio Armani”. Bastano queste poche parole, pronunciate da Emanuela Fanelli alla cerimonia di premiazione della 82 Mostra del cinema di Venezia, per suscitare un’emozione che fa alzare in piedi tutta la platea degli invitati e dei premiati della Sala Grande. Una standing ovation commossa e compatta in memoria di Giorgio Armani, “orgoglio italiano del mondo, maestro di arte e bellezza, con una visione inconfondibile di eleganza e stile, e soprattutto una persona gentile. Ha capito da subito l’importanza del connubio tra moda e cinema e da sempre è stato vicino alla Mostra del Cinema di Venezia”.

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