L’amore dei giganti è gigantesco:
Il fuoco dell’amore che brucia con una lettera
Luci della citta: Ingrid Bergman & Roberto Rossellini
di Natalia Marino
‘amore dei giganti è gigantesco
O le montagne cadranno a terra
O l’inferno si scatenerà
O il mondo affonderà
ti lascerò così…
Le foglie del calendario mostrano il 7 maggio 1948. È il compleanno di Roberto. Lui era figlio di un impresario edile che aveva costruito il Barberini, la prima sala cinematografica di Roma. Per questo, il piccolo Roberto aveva una tessera d’ingresso illimitata per vedere tutti i film che voleva. Una passione che coltivò fino a diventare montatore e poi regista dei primi lavori. Durante la guerra frequenta l’Osteria Fratelli Menghi, ritrovo degli artisti e degli aspiranti cineasti romani, dove passa le serate con Federico Fellini, Aldo Fabrizi, e molti altri. Finita la guerra, considerato un raccomandato del regime durante il ventennio, inizia invece a raccontare gli orrori della guerra con film come Roma città aperta, girato con un budget bassissimo fra le macerie dei bombardamenti, e con Anna Magnani come protagonista, la sua compagna. All’inizio è un flop, ma quando viene osannato in Francia e negli Stati Uniti, torna nei cinema anche da noi e diventa un cult, dando seguito alla trilogia che comprende Paisà, e Germania Anno Zero, quasi solo con attori non professionisti. Il Neorealismo, insomma.
Quel giorno Roberto compie 42 anni. Da tempo è separato dalla moglie Marcella de Marchis, costumista e scenografa, e vive con Anna al Grand Hotel Excelsior. Si erano conosciuti nel ’44, per girare “Roma città aperta”.
Quella sera di maggio, il regista riceve una lettera di Ingrid Bergman, che gli scrive. L’attrice svedese, sposata, residente a Hollywood, già affermata (aveva già vinto un Oscar nel 1944 con Angoscia) vede un film del regista italiano Roberto Rossellini e ne rimane incantata. Decide di proporsi scrivendo una lettera rimasta nella storia: “Signor Rossellini, sono una ragazza svedese che vive in America da dieci anni, che parla bene inglese, un poco di francese e sa dire solo ‘Ti amo’ in italiano. Ho visto il vostro film, ne sono entusiasta e sarei onorata di avere una particina nel vostro prossimo film”.
Ingrid è sposata. Ma nell’autobiografia scritta da Ingrid Bergman con Alan Burgess l’attrice racconta di aver conosciuto il fotografo a Parigi, nel giugno 1945. Ha una relazione con il fotografo Robert Capa. Ingrid scrisse la lettera a Rossellini perché Robert Capa, durante la loro relazione l’aveva introdotta alla visione del cinema neorealista italiano. L’attrice svedese era rimasta folgorata da Roma città aperta, e spinta dalla sua voglia di sperimentazione continua, si mise a disposizione del regista, nel caso avesse voluto scritturarla.
Chi avrebbe rifiutato un’attrice con un Oscar e 4 nomination, protagonista di una sfilza di film già leggendari? Lui cerca di combinare un incontro all’insaputa di Anna, che però ha mille occhi e orecchie. La Bergman era a Parigi per girare Il peccato di Lady Considine e Rossellini ne approfittò per andarle a parlare di persona. Bergman gli inviò un telegramma a Roma col giorno e l’ora dell’appuntamento. Quando arriva il telegramma della svedese, Rossellini e Magnani sono a tavola. Lui non lo apre, lei continua a servirgli gli spaghetti. “Va bene così? Vuoi altra salsa? Vuoi peperoncino?”. Pronto il piatto, glielo rovescia in testa. Le sfuriate di Nannarella erano famosa.
Sposata con il dentista e futuro neurochirurgo Petter Lindstrom
“torno subito”
La sera che Rossellini parte per conoscere Ingrid, esce dall’Excelsior dicendo ad Anna che va a comprare le sigarette e portare a spasso i cani, la bassotta Lilina e il barboncino Pippo. Ma lascia Anna e non si vede più, fino alle foto di lui e Ingrid che scendono dall’aereo a Roma. Quando incontrò la Bergman, la scritturò subito per girare Stromboli, terra di Dio mandando ancora di più su tutte le furie Anna Magnani, per la quale aveva scritto la parte che ora dava alla svedese. Solo allora lui la chiama per dirle che “Stromboli” lo farà Ingrid. Anna, per ripagarlo, organizza una produzione fotocopia da girare poco lontano da loro, sull’isola di Vulcano, per dare una lezione alla “traffichina svedese”, come chiama con disprezzo la rivale.
Roberto e Ingrid sono ad Amalfi. I due amanti sono talmente innamorati che lasciano al proprietario dell’Hotel Luna Convento una foto mano nella mano.
Quando già a Stromboli stanno girando, Lifela pubblica e si scatena l’inferno. Sbarcano coi piroscafi giornalisti e curiosi, Ingrid ha in uscita il film in cui interpreta Giovanna D’Arco e il produttore Howard Hughes è disperato: lei, algida, composta, madre di famiglia, ha incarnato finora l’icona di un’America puritana e tradizionalista e Hughes teme che il pubblico la punisca disertando il film.
Nell’estate del 1949, lo scandalo che le isole Eolie esplode arriva ovunque, anche a Washington, in Campidoglio, con il senatore Edwin C. Johnson che tuona contro la svedese Ingrid Bergman “cultrice del libero amore, distillatrice del male e della depravazione” e contro l’italiano Roberto Rossellini, corruttore di costumi, i cui film, così chiede Johnson, non devono essere distribuiti al sano popolo americano. Il regista e l’attrice, entrambi sposati, ciascuno già con un figlio, lui che oltretutto convive nel peccato con Anna Magnani, si sono appena innamorati e tutto il mondo ne parla.
Nell’estate del 1949, lo scandalo che le isole Eolie esplode arriva ovunque, anche a Washington, in Campidoglio, con il senatore Edwin C. Johnson che tuona contro la svedese Ingrid Bergman “cultrice del libero amore, distillatrice del male e della depravazione” e contro l’italiano Roberto Rossellini, corruttore di costumi, i cui film, così chiede Johnson, non devono essere distribuiti al sano popolo americano. Il regista e l’attrice, entrambi sposati, ciascuno già con un figlio, lui che oltretutto convive nel peccato con Anna Magnani, si sono appena innamorati e tutto il mondo ne parla.
Piogge di lettere
Ogni mattina, nella casetta rossa in cui i due amanti alloggiano in ali separate, il postino lascia lettere di insulti a Ingrid, rea di tradire il marito e aver abbandonato una figlia di sei anni. Arrivano o da persone comuni o da conoscenti e amici e queste ultime sono il frutto della campagna di «moral suasion» ordita da Hughes, che ha chiesto a chiunque di scriverle per dissuaderla. Solo Ernest Hemingway, come racconta Marcello Sorgi ne Le amanti del vulcano, ha pietà di lei e le scrive: “Ascoltami, figliola, voglio farti un discorsetto. Abbiamo una sola vita di fronte a noi (…). Tu sei una grande attrice. Le grandi attrici hanno sempre grossi guai, prima o poi; se non li hanno, vuole dire che sono stronze (puoi cancellare le parolacce). E tutto ciò che le grandi attrici fanno, viene perdonato”.
Mentre a Stromboli si cerca di contenere lo scandalo, con ronde per tenere lontani intrusi e giornalisti, il 7 giugno Anna Magnani sbarca a Vulcano e qui tutti, invece, per farsi pubblicità, hanno interesse a soffiare sul fuoco della rivalità tra le due pellicole e le due attrici. Intanto, sul set, la svedese si accorge che è incinta. Il 4 agosto, rientrata a Roma, emette un comunicato per dire che divorzia e lascia il cinema. Rossellini otterrà il divorzio dalla prima moglie con un escamotage, con Marcella che prende la cittadinanza in Austria, dove, diversamente dall’Italia, il divorzio è consentito. Il Vaticano arriva a minacciare una violazione del concordato.
Il primo film a uscire è “Vulcano”, a febbraio del 1950. Anna ha battuto Rossellini sul tempo, anche perché lui sta litigando coi produttori americani, che vorrebbero tagliare la scena in cui Ingrid si converte e che giudicano blasfema. Ma alla prima di “Vulcano”, la proiezione si inceppa. Una volta, due… quattro. In sala, si parla di sabotaggio. Poi i giornalisti se ne vanno: è arrivata la notizia che Ingrid ha partorito.
Della loro relazione ne parlavano praticamente tutti da più di un anno e per questo la loro annunciata partecipazione alla Mostra del Cinema aveva letteralmente scatenato l’inferno con l’arrivo al Lido di un numero di paparazzi mai visto finora. Siamo nel 1950 e Roberto Rossellini presenta al Festival la sua ultima fatica Stromboli con protagonista la sua nuova compagna Ingrid Bergman, mamma del figlio Robertino e sua moglie (non sulla carta). Tra gli ospiti di Venezia anche Anna Magnani storica ex del regista “scaricata” l’anno prima proprio per la collega svedese. E così il Festival diventa scenario del triangolo amoroso più scandaloso della storia del cinema italiano.
La coppia Rossellini/Bergman sceglie Venezia per la loro prima uscita pubblica ufficiale, Il ruolo della protagonista di Stromboli, infatti, era destinato in origine proprio a Magnani, per poi essere affidato all’attrice svedese trapiantata ad Hollywood e con un Oscar in tasca: per ripicca Anna si presentò al Festival con Vulcano, diretto da William Dieterle ed interpretato assieme a Rossano Brazzi e Geraldine Brooks, praticamente la fotocopia della pellicola di Rossellini. la stampa si riferì alla lavorazione dei due film come la guerra dei vulcani…
Ingrid Bergman, Roberto Rossellini con le gemelle Ingrid e Isabella, celebrano il terzo compleanno del figlio Robertino nel 1953.
Finirà dopo che Rossellini e Bergman avranno avuto tre figli e girato cinque film, tutti insuccessi. Lui non vuole che lei lavori con altri, poi lei fa un film a Parigi con Jean Renoir, lui va a girarne uno in India, torna con la sceneggiatrice Sonali Das Gupta, incinta di lui. Nuovo divorzio. Fine della storia. Anna si era già presa la sua rivincita, nel 1953, portando “Bellissima” in America, e nel 1956 vincendo l’Oscar con “La rosa tatuata”. E, senza Rossellini, Ingrid riprende a vincere Oscar. Malata di cancro, chiamerà Roberto accanto a sé, a Parigi, per salutarlo un’ultima volta. Anche Anna lo vorrà al suo capezzale. E quando a lui verrà un infarto, la persona che chiama e fra le cui braccia morirà è Marcella, la prima moglie.
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