Inventore del pianoforte
Luci della città: Bartolomeo Cristofori
di Angela Maria
Il pianoforte è uno degli strumenti più popolari e influenti mai inventati. Quindi penseresti che l’inventore sarebbe un nome familiare, come Alexander Graham Bell o Thomas Edison.
Ma no. L’inventore dello strumento a tastiera che ha ispirato Beethoven, Rachmaninov e Liszt è un uomo di cui probabilmente non hai mai sentito parlare.
Ora incontriamo l’uomo che ha inventato lo strumento più popolare al mondo: Bartolomeo Cristofori.
Bartolomeo è nato a Padova il 4 maggio del 1655, da Francesco e Laura, come risulta dall’atto di battesimo(6 maggio 1655) conservato nei registri della parrocchia di S. Luca Evangelista, in via XX settembre.
Abitava, vagamente vicino ai palazzi dei conti Papafava, Cominciato presto a lavorare nella bottega di un cembalaro. Poco tempo Bartolomeo era costruita una buona reputazione come giovane e bravo artigiano che realizzava strumenti molto apprezzati.
Si capitò un fatto che avrebbe cambiato la sua vita: nel 1688, passò per loro territorio, il principe Ferdinando de’Medici, grande mecenate, umanista e ottimo clavicembalista, figlio dell’allora granduca di Toscana Cosimo III. Ebbe la fortuna di conoscerlo. Si propose di entrare al suo servizio a Firenze, come cembalaro di corte.
A questo punto era già un costruttore e tecnico di strumenti musicali. Ferdinando assunse Cristofori per prendersi cura del suo serraglio di strumenti musicali. Perché aveva sentito dire che anche Cristofori era un inventore davvero eccezionale.
A Firenze che frequentava una delle numerose officine medicee, nei pressi degli Uffizi. Nei paraggi degli Uffizi rimase fino alla fine della sua vita, prima in canto degli Alberti nel popolo di San Remigio e poi nel popolo di San Jacopo tra Fossi.
Uno dei suoi rari ritratti è stato fatto nel periodo fiorentino. è stato scoperto nel 1934 e poi acquistato dal Museo di strumenti musicali di Berlino.
Appartiene alla scuola fiorentina datato 1726, di autore ignoto, in cui è stato ritratto in piedi vicino ad uno strumento a tastiera.
Dal 1690 entrae dunque al servizio dei de’ Medici, come cembalaro di corte. E’ tuttora documentata la sua attività di progettista e costruttore di strumenti che furono venduti in località Pitti e Pratolino.
Ci sono anche di altri strumenti da Lui costruiti, quali una spinetta, poi un cembalo di cipresso, un organo e pure un contrabbasso che potremmo vedere, ancora oggi, nel museo Cherubini di Firenze, quale testimonianza della sua attivita anche di liutaio.
Lui aveva propensione mentale a progettare diversi strumenti. Questa sua caratteristica fu notata dal suo mecenate, il principe Ferdinando, il quale si incoraggiava fortemente a studiare la possibilità di creare un nuovo strumento apportando alcune sostanziali modifiche alla meccanica del clavicembalo trasformandolo da uno strumento a corde pizzicate ad uno strumento con corde percosse.
Comincia questa avventura nel 1698 Un certo Mannucci scrisse che nel suo inventaria di strumenti, per la prima volta fu riportato l’esistenza di uno strumento da Bartolomeo progettato e definito : ”un Arpicimbalo che fa il piano e il forte” cioè il primo pianoforte.
ll suo mecenate, Ferdinando, deceduto nel 1711. Bartolomeo rimase alla corte medicea come Strumentaio. Ha lasciato in eredità, tutti catalogati, dal 1700 al 1732 ben 173 strumenti diversi.
Il pianoforte costruito nel 1722 appartenne al famosissimo Benedetto Marcello, poi al fratello Alessandro, che lo lasciò in eredità alla contessa Lucia Cittadella Rapti, per poi pervenire ai conti padovani Giusti del Giardino. Ora lo troviamo conservato nel Museo degli strumenti musicali di Roma. L’esemplare costruito nel 1726, faceva parte della collezione fiorentina del barone Kraus e di suo figlio Alessandro, fu esposto assieme a quello del 1720 nell’EXPO di Parigi del 1878, ed è ora conservato a Lipsia. Il 27 gennaio 1732 arrivò la morte.
Come ha preso il nome il pianoforte?
La frase “produce piano e forte” in italiano è “che fa’ il piano, e il forte”. Ed è da qui che prende il nome il pianoforte, perché può suonare sia il piano che il forte.
I primissimi pianoforti sembrano molto diversi dagli strumenti moderni: non ci sono pedali, la tastiera è molto più corta e l’intero strumento è molto più piccolo. Se ascoltassi uno di questi primi pianoforti, suonerebbe anche molto diverso: molto più silenzioso e molto meno risonante di un pianoforte moderno, come uno Steinway.
Come fa un pianoforte a produrre un suono?
A differenza del clavicembalo, un precedente strumento a tastiera, il suono del pianoforte è generato dai martelletti che colpiscono le corde accordate.
Quando un musicista preme un tasto, uno smorzatore rilascia la corda e il martello colpisce la corda, creando il suono. Quando il musicista rilascia il tasto, lo smorzatore ritorna sulla corda interrompendone la vibrazione.
Il pedale del forte del pianoforte moderno mantiene gli smorzatori sollevati in modo che anche quando un pianista rilascia una nota la corda continui a vibrare e il suono duri più a lungo.
I pianoforti di oggi utilizzano essenzialmente la stessa azione dei martelletti del primo strumento di Cristofori, realizzato secoli fa.
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