NOTO e Festa dell’Infiorata
di Andira Vitale
Noto celebra le meraviglie della primavera con una festa colorata conosciuta come l’Infiorata. Via Nicolaci diventa sede di artisti floreali di tutto il mondo che creano un tappeto di bellissimi mosaici di petali ispirati al tema dell’anno.
Ogni anno a maggio, Noto, in Sicilia, si trasforma in un museo a cielo aperto, uno spettacolo a cui si può assistere solo durante il Noto Infiorata Festival. Qui, maestri fioristi e artisti realizzano tappeti floreali di straordinaria bellezza, un’esperienza unica e indimenticabile per tutti coloro che amano l’arte, la natura e la cultura italiana. Quindi abbiamo deciso di partecipare a questo festival unico che riflette l’arte, la natura e la cultura italiana.
Vivi la magia della festa dell’Infiorata di Noto, un evento unico che unisce religione, folklore e la bellezza della primavera. Tra maggio e giugno, la pittoresca cittadina siciliana di Noto, rinomata per la sua affascinante architettura barocca, subisce una trasformazione mozzafiato in una vibrante esplosione di colori e profumi.
A Puccini è dedicata la 45esima edizione dell’Infiorata di Noto. “Omaggio a Giacomo Puccini nel suo Centenario: Maestro che vive nel tempo e nell’arte”. Il tutto a cento anni dalla morte del compositore. Un grande omaggio alla Toscana e alle opere immortali del compositore. Migliaia di fiori furono utilizzati per comporre il ritratto di Puccini e degli stessi personaggi delle opere pucciniane.
Ma l’omaggio di Noto nobilita ulteriormente una figura indimenticabile della cultura italiana. Fiore all’occhiello dell’infiorata è il ritratto del compositore, con la scritta “Puccini”, che ha all’interno il “100”, che indica il centenario. C’è poi il ritratto di Turandot e Madama Butterfly.
Come da tradizione vengono dipinte anche le scalinate della cittadina siciliana. Uno di questi è dedicato a Tosca, per esempio. Per gli amanti di Puccini, passeggiare per le vie di Noto in questi giorni è un emozionante viaggio indietro nel tempo.
Siamo arrivati a NOTO attraversando gli agrumeti. Ci accompagnavano arance, mandarini, limoni e cactus giganti. Gli uliveti ci sussurravano che eravamo in un clima mediterraneo. Abbiamo parcheggiato la macchina in Piazza Maggio 16. Questa graziosa piazza ci ha mostrato che eravamo arrivati in una città affascinante. Da un lato il giardino è ornato da un’elegante fontana che si affaccia sulla piazza e sulla Chiesa di San Domenico con la sua bella architettura alle spalle, e dall’altro lato il vistoso edificio del teatro fu costruito in stile architettonico neoclassico nel 1860.
Piazza Maggio 16 si apriva su Vittorio Emanuele, la via principale della città, dove si trovavano la maggior parte degli edifici più rappresentativi di Noto. Inizia da Porta Reale e si estende verso ovest con tre piazze, ciascuna con la sua chiesa. La piazza Municipale, proprio al centro della strada, era il centro della città. Lungo o prospiciente questa strada erano situati giardini pubblici, tra cui l’elegante torre del Monastero del Santissimo Salvatore, il suggestivo Palazzo Ducrezio, la cattedrale, la Chiesa di San Francesco e la Chiesa e Collegio dei Gesuiti.
Nicolaci, sulla sinistra, che interseca la via principale, è una delle vie più belle della città. La struttura più bella della strada che porta alla Chiesa di Montevergine era senza dubbio il Palazzo Nicolaci di Villadorata, costruito in stile barocco nel XVII secolo. Nei sei notevoli balconi del palazzo, ciascuna console adornava figure diverse come leoni, cavalli, angeli e sirene. Da qui fino a via Cavour, parallela alla Vittorio Emanuele, abbiamo incontrato dei palazzi molto belli. La città era già organizzata attorno a queste due strade. Il fatto che le strade si intersecassero ad angolo retto permetteva di spostarsi facilmente per la città.
Dopo una breve pausa al bar sulla strada, abbiamo continuato il nostro giro in Piazza Mazzini, dove si trova la Chiesa del Crocifisso e le strade circostanti. La piazza sembrava affascinante con gli alberi di mandarino attorno. Concludiamo il nostro viaggio con le foto che abbiamo scattato dalla terrazza della Chiesa di San Carlo. Salimmo rapidamente una stretta scala fino alla cima di questa chiesa, il cui soffitto è decorato con bellissimi affreschi. Questa volta abbiamo osservato la città dall’alto.
Noto offriva un panorama architettonico unico che rifletteva l’armonia e l’unità dello stile barocco. Lascia che lanci il suo incantesimo. È difficile resistere a tanta magia quando tutto sembra immerso nell’oro. L’effetto è dovuto al materiale utilizzato per gli edifici eretti dopo il terremoto del 1693, una pietra locale dalle sfumature dorate e rosate uniche. Noto, con le altre città tardo barocche della Val di Noto (Caltagirone, Militello Val di Catania, Catania, Ragusa, Modica, Palazzolo e Scicli), è stata l’apoteosi dell’urbanistica e dell’architettura tardo barocca. Distrutto dal terribile terremoto del 1693, fu ricostruito ex novo in un nuovo sito, a circa 10 km dal centro storico. Il materiale da costruzione principale utilizzato era la pietra calcarea locale compattata, che sembrava assorbire i raggi aurei del sole e trasformarli in un morbido bagliore dorato-miele. L’effetto al tramonto è davvero notevole.
Sotto la supervisione del duca di Camastra, braccio destro del viceré spagnolo, tre architetti, Labisi, Sinatra e Gagliardi, si misero al lavoro, intenzionati a creare una nuova città basata saldamente sugli ideali barocchi. La città era divisa in tre parti da tre strade che correvano da est a ovest, garantendo così la costante attenzione del sole. In alto viveva la nobiltà, al centro il clero e in basso gli hoi polloi.
L’arteria principale è Corso Vittorio Emanuele e molti degli edifici più rappresentativi di Noto. Inizia dalla Porta Reale e si estende verso ovest attraverso tre piazze, ciascuna con la sua chiesa. Lungo questa strada si trovano i giardini pubblici, il Monastero del Santissimo Salvatore con la sua graziosa torre, l’ispirato Palazzo Ducrezio, la cattedrale, la Chiesa di San Francesco, la Chiesa e Collegio dei Gesuiti, il Palazzo Nicolaci di Villadorata.
Le facciate concave e sinuose combattono per la supremazia accanto ai loro cugini convessi, mentre gli edifici rettilinei disapprovano regalmente la loro presuntuosa frivolezza. Maschere grottesche, putti e ghirigori si scontrano con volute e altri abbellimenti, e abbondano balconi gonfi e a petto d’oca in ferro battuto.
Verso la fine del Corso si trova Piazza XVI Maggio, con la sua magnifica Chiesa di San Domenico e la suggestiva Fontana di Ercole. Più in alto si trova Via Cavour, sede di elaborati palazzi nobiliari, tra cui Palazzo Astuto e Palazzo Trigona Cannicarao.
Parte di un sito patrimonio dell’UNESCO (insieme alle vicine città di Ragusa, Modica e Sicilia), Noto è da non perdere, anche se non ti piace l’architettura barocca. Ovunque guardassimo, incontravamo edifici storici dall’architettura abbagliante. Devono essere davvero poche le città al mondo in cui così tanti edifici barocchi sono in armonia. NOTO è più di una città barocca; simboleggia l’originalità, la fantasia e la resilienza.
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