Festa del Redentore : Venezia celebra la sua liberazione dalla peste
Vita gazette – Quando seguiamo le orme delle città, riscopriamo la nostra cultura e i passi che costituiscono la nostra identità. L’esempio più bello di ciò sono le feste italiane, che continuano le loro antiche tradizioni. La “Festa del Redentore” di Venezia è una di queste. Porta gli abitanti e i visitatori della città al XVI secolo, ricordando la peste come a quei tempi, feste e cerimonie religiose per la salvezza.
La Festa del Redentore è una ricorrenza religiosa veneziana che cade ogni sabato precedente alla terza domenica del mese di luglio. La prima edizione risale al 20 luglio 1576 e venne istituita per ricordare la fine della peste che aveva colpito la città tra il 1575 e il 1577 diventando la seconda peggiore epidemia cittadina dopo quella del 1348. Quell’estate, la peste nera scese su Venezia come un incubo, uccidendo tutti coloro che toccava. Durante questo periodo, quando la città era alle prese con la peste, morì un terzo della popolazione, circa 50mila persone. Il 4 settembre 1576, la Serenissima decise di erigere una chiesa in nome del Cristo Redentore come ex voto. Il progetto era affidato ad Andrea Palladio e la prima pietra della chiesa fu posta il 3 maggio 1577 e, nello stesso anno, la città si liberò definitivamente della peste. Così, quella chiesa e quel momento storico divennero motivo di festa per i veneziani tramandato ancora adesso.
Nel 1577, anno del primo Redentore, i veneziani allestirono un ponte di barche che permetteva di raggiungere la fondamenta della Giudecca, dove stava sorgendo la chiesa in nome del Cristo Redentore. Proprio su questo ponte ci fu la prima processione di fedeli, che ancora oggi è parte delle celebrazioni. Il ponte votivo, che in passato era costituito da barche messe l’una a fianco all’altra, oggi viene realizzato da parti in legno messe l’una affianco all’altra e poggiate su supporti galleggianti. Così è possibile l’attraversamento a piedi del canale della Giudecca a partire dalle Zattere. Questo provvisorio attraversamento pedonale viene utilizzato dalla maggior parte dei veneziani e dei turisti per raggiungere l’isola della Giudecca durante i giorni di festa del Redentore.
Anche se sono passati 445 anni dalla prima edizione della festa, sono tante le cose rimaste uguali nei festeggiamenti del Redentore. Prima tra tutte il ponte votivo che, ancora oggi, è parte integrante delle celebrazioni. Un tempo si andava con le barche addobbate fino alla fondamenta della Giudecca che era addobbata con dei chioschetti che vendevano cibi tradizionali e bibite e poi, i veneziani, si spostavano fino al Lido per aspettare l’arrivo dell’alba. Anche questa tradizione è rimasta uguale, infatti, tanti giovani, dopo aver visto i fuochi, si spostano sulle spiagge del Lido per fare festa fino all’alba. La domenica mattina, invece, c’era la processione religiosa dalla Basilica di San Marco che attraversava il canale, sul ponte votivo, fino a raggiungere la chiesa del Redentore alla Giudecca.
Oggi, la Festa del Redentore mantiene la maggior parte delle tradizioni del passato. Oltre al ponte votivo, inaugurato il venerdì sera prima del sabato del Redentore e alla processione e Santa Messa, la Festa del Redentore viene celebrata dai veneziani sulle rive della Giudecca con tavolate tra amici e familiari o in barca, addobbata a festa. E poi ci sono i tradizionali fuochi del Redentore, imperdibili, che illuminano, la notte tra il sabato e la domenica, di luci e colori, il Bacino di San Marco.
La domenica, invece, è il giorno dedicato alle regate di voga alla veneta. Dalle gondole ai pupparini a due remi, gli equipaggi si battono nel pomeriggio della domenica successiva al giorno del Redentore in Canale della Giudecca per aggiudicarsi l’mabita bandierina della vittoria.
Anche quest’anno è stato aperto un lungo ponte votivo in barca per consentire l’accesso pedonale alla Chiesa del Salvatore attraverso l’isola attraverso il Canale della Giudecca. Le barche sono state addobbate con fiori colorati e palloncini per la Festa del Redentore. Il Patriarca Veneziano benedisse la Chiesa del Redentore con un ponte di barche. Il bacino di San Marco era abitato da barche, dove le persone in attesa dei fuochi d’artificio mangiavano spuntini e cene, bevevano e si divertivano molto. st. Colori, luci e fantasie danzavano sullo straordinario paesaggio di Marco, della Salute e dell’isola di San Giorgio Maggiore. Il giorno successivo si sono svolte le celebrazioni religiose. Il festival si è concluso con le regate di yacht e una competizione tra barche storiche locali. I giochi di luce e di riflesso hanno affascinato, come sempre, i fortunati residenti e visitatori della città con le danze tra torri, cupole e campanili per due giorni.
Condividi: