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Viaggio nel tempo dell’Aperitivo da Ippocrate al presente:

momento migliore della giornata

di Alessandro Romano

Rito collettivo nato nell’antica Roma, l’Aperitivo è una cerimonia prettamente italiana che celebra la socialità e il buon vivere. È un rito irrinunciabile nel tardo pomeriggio, solitamente tra le 6 e le 20 e il venerdì, dopo il lavoro o nei fine settimana. Il momento più piacevole della giornata è l’ora dell’aperitivo…

Come è nato un momento di relax e svago con gli amici di cui non potremmo fare a meno? Vogliamo vivere l’antica storia dell’Aperitivo e il suo viaggio dall’antica Roma ai giorni nostri. Prendiamo i nostri calici, facciamo un viaggio nella storia con Ippocrate, Carpano, Martini, Ramazzotti e Campari…

Dal latino aperitivus (apertura), aperitivo indica una bevanda in grado di aprire lo stomaco stimolando il senso di fame nel IV secolo a.C. Il medico greco Ippocrate scoprì che per placare l’appetito dei suoi pazienti bastava dare loro una bevanda dal sapore piuttosto amaro, a base di vino bianco, fiori di dittamo, assenzio e madreperla, dagli incredibili effetti benefici.

Questo intruglio, poi chiamato vinum Hippocrates, fu tramandato di secolo in secolo fino a giungere nelle mani degli erboristi medievali. E non sono questi componenti a suscitare la sensazione di fame, ma il gusto amaro che sprigionano, che stimola la fame molto più del dolce. Ed è per questo che ancora oggi le bevande principali che amiamo bere a merenda sono spesso amare, un classico retrogusto amaro! E con le scoperte geografiche mirate proprio all’Oriente e l’arrivo di costose spezie, diede vita al cosiddetto “vino da merenda” che divenne sempre più aromatizzato.

Ma la storia “moderna” dell’aperitivo come lo conosciamo oggi come momento sociale inizia diversi secoli dopo, precisamente nel 1786, a Torino. In un piccolo negozio di liquori, il gestore Antonio Benedetto Carpano crea quello che poi diventerà l’aperitivo perfetto: il Vermouth, un delizioso vino aromatizzato alla china che presto conquisterà il re d’Italia Vittorio Emanuele II.

Quest’ultimo infatti chiamò Vermouth con China Carpano, poi Punt e Mes (per la ‘mezza’ amarezza in più), l’aperitivo, un bicchierino da bere prima. tavola, solo per mangiare con più piacere. La bevanda del Carpano si diffuse in tutta la città sabauda, ​​accompagnata da stuzzichini a base di prodotti tipici piemontesi come formaggi, salumi e l’immancabile bagna càuda.

Sempre in Piemonte, i vignaioli Martini e Rossi creano poi il Martini Bianco (un Vermouth a base di Moscato ed erbe aromatiche lasciate ad ammorbidire). Intanto il successo dell’aperitivo crebbe e, naturalmente, si estese ad altre città italiane. A Milano, città da sempre all’avanguardia, si lavorava su una bevanda che potesse in qualche modo “fare concorrenza” ai piemontesi. Così Ausano Ramazzotti, farmacista bolognese trasferitosi a Milano, creò il primo liquore da aperitivo non a base di vino. Ottenuto dalla macerazione e infusione di 33 erbe, radici e spezie, è Amaro Ramazzotti.

Gaspari Campari acquistò un caffè a Novara in Piemonte, dove mise a punto la ricetta segreta del cosiddetto amaro per il suo gusto particolarmente amaro. Ma in seguito trasferì il suo ristorante nella città di Milano, in Galleria Vittorio Emanuele II all’angolo di Piazza Duomo, e servì il suo liquore per la digestione non dopo i pasti. iniziato ad offrire. Ed è nata la storia di Bitter Campari.

Si gettarono così le basi per una tradizione che si diffuse in tutta Italia, trasformando tante nuove bevande e aperitivi, dal vino stuzzicante allo Spritz, al Negroni e altre bevande più elaborate, in un vero e proprio rito.

L’imprenditore Vinicio Valdo ha avviato una nuova pratica a Milano negli anni ‘90 che combinava bevande e buffet. Ha offerto pasti gratuiti ai clienti in modo che potessero continuare a bere. Nacque così l’aperitivo “alla milanese”, e da lì probabilmente si arrivò all’odierna famosa “apericena”, dove l’aperitivo si trasforma poi in un vero e proprio sostituto della cena o del pranzo, quello originale. 

Insomma, la merenda si è evoluta nei secoli, sostituendo anche la sua funzione originaria, che era quella di “aprire” lo stomaco e prepararlo al pasto successivo. Oggi un “momento” di aggregazione sociale e di grande festa…

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