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Uffizi fanno causa per i disegni di Botticelli usando Venere

Vita gazette: Il museo degli Uffizi ha citato in giudizio lo stilista Jean Paul Gaultier, noto come il “bambino birichino e pazz”” del mondo della moda, per “Uso non autorizzato della Venere di Sandro Botticelli”.

Secondo il Museo degli Uffizi, il comportamento illecito di cui si è resa colpevole la maison Jean Paul Gaultier, che ha utilizzato, senza chiedere il permesso, l’immagine del capolavoro custodito nel museo fiorentino per realizzare alcuni capi di abbigliamento, pubblicizzandoli anche sui propri social e sul proprio sito.

Ad aprile il museo, essendosi accorto dell’utilizzo improprio dell’immagine, ha inviato alla casa di moda, che fa capo al gruppo spagnolo Puig, una lettera di diffida nella quale si intimava il ritiro dal mercato dei capi con l’immagine della Venere o, in alternativa, di contattare quanto prima il museo per siglare l’accordo commerciale. Essendo stata ignorata la lettera di diffida, è stata avviata un’azione legale, annunciata con un comunicato stampa che ha subito fatto il giro del mondo e che prevede, oltre al ritiro degli abiti ‘illegittimi’, anche una richiesta di risarcimento danni in favore del museo.

Gli abiti della discordia. Vestiti, canotte, pantaloni, tute e maglie con impressa, a tutta grandezza, l’immagine della celeberrima Venere del Botticelli sono il pezzo forte della nuova collezione di Jean Paul Gaultier by Olivier Rousteing ma anche l’oggetto della causa milionaria che le Gallerie degli Uffizi di Firenze hanno intentato contro la casa di moda francese. Il motivo? “Uso non autorizzato della Venere di Botticelli”, immortale capolavoro dell’arte italiana. Lo stilista ha infatti utilizzato per alcuni suoi capi l’immagine dell’opera simbolo del Rinascimento senza chiederne il permesso, concordarne le modalità dell’uso né tantomeno averne pagato il canone. Oltretutto, gli abiti in questione, con la dea della bellezza ritratta nella sua conchiglia, sono stati pubblicizzati sia sui social che sul proprio sito.

Le richieste avanzate dagli Uffizi si basano sul Codice dei Beni Culturali, secondo cui l’uso di immagini della proprietà pubblica italiana è obbligatoriamente assoggettato a specifica autorizzazione e al pagamento di un canone.

La causa intentata contro Jean Paul Gaultier non è un unicum. Già nel 2017 un’altra casa di moda, la fiorentina Brioni, era finita in tribunale per una vicenda simile: allora nel mirino era finita la campagna pubblicitaria lanciata dal brand che aveva vestito una copia del David, di proprietà della Cave Michelangelo, con uno smoking. In quel caso ad intervenire fu direttamente il Ministero dei Beni Culturali che ottenne dal Tribunale di Firenze un’ordinanza per la tutela dell’immagine dell’opera d’arte.

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