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Due agosto 1980: La strage alla stazione di Bologna

Sono passati 44 anni dalla strage alla stazione di Bologna. Ottantacinque morti, duecento feriti.

La strage alla stazione di Bologna è una ferita sempre aperta, un dolore che non passa.  Era il 2 agosto del 1980 ed erano centinaia le persone che quel giorno per le vacanze o passavano per lo snodo ferroviario. La bomba, un ordigno a tempo, scoppiò nella sala d’aspetto di seconda classe. Era in una valigia abbandonata: 23 kg di esplosivo, una miscela di 5 kg di tritolo e T4 detta Compound B, potenziata da 18 kg di gelatinato.

L’esplosione causò il crollo dell’ala Ovest dell’edificio e investì anche il treno Adria Express 13534 Ancona-Basilea, che era in sosta sul primo binario, distruggendo circa 30 metri di pensilina, e il parcheggio dei taxi davanti alla stazione. Furono le stesse persone presenti alla stazione le prime a portare soccorso estraendo corpi dalle macerie. La corsia di destra dei viali di circonvallazione del centro storico di Bologna fu riservata alle ambulanze e ai mezzi di soccorso. Per trasportare i tanti feriti furono usati anche gli autobus, in particolare quello della linea 37 (rimasto uno dei simboli della strage), auto e taxi. Fu chiesto a medici e infermieri di tornare in servizio. A fare la spola come carro funebre dalla stazione all’istituto di medicina legale fu la vettura 4030 della linea.

È il più grave atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo dopoguerra. Ottantacinque morti, duecento feriti. Sono 7 in tutto i bambini che hanno perso la vita. La più giovane delle vittime, Angela Fresu, aveva 3 anni, e sua madre Maria non è mai stato ritrovato il corpo dilaniato dall’esplosione, il più vecchio, 86 anni, Antonio Montanari.

La procura generale di Bologna considera Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi i mandanti, i finanziatori o gli organizzatori dell’azione terroristica. Tutti e quattro sono morti. La Procura generale è arrivata alla conclusione che dietro la strage ci sono il Venerabile della Loggia massonica P2, morto nel 2015, collegato con apparati deviati dello Stato per coprire e sviare le indagini. I neofascisti avrebbero agito, secondo gli inquirenti, dietro indicazione di Licio Gelli e degli altri citati. Nell’aprile 2022 la sentenza di primo grado del cosiddetto processo ai mandanti. Ergastolo per l’ex militante di Avanguardia Nazionale Paolo Bellini, ritenuto tra gli esecutori materiali della strage in concorso con i tre militanti dei Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, già condannati in via definitiva, e con l’ex Nar Gilberto Cavallini, condannato per ora solo in primo grado. L’ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel è stato condannato a 6 anni per depistaggio, come chiesto dall’accusa, quattro anni per Domenico Catracchia, l’ex amministratore di condomini in via Gradoli, a Roma, imputato per false informazioni ai pm.

La Corte d’assise d’appello di Bologna ha confermato la condanna di primo grado, all’interno del processo ai mandanti, per il quinto uomo della strage, Paolo Bellini, l’8 luglio 2024. Bellini si dice innocente, ma contro di lui c’è il video di un turista tedesco in cui è stato riconosciuto dalla sua ex moglie Maurizia Bonini, che ha anche smentito l’alibi fornito al marito: non era con lei e i figli al madre a Rimini alle 9 del mattino.

La Corte ha anche confermato altre condanne: sei anni per depistaggio all’ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel e quattro anni per false informazioni al pm di Domenico Catracchia, ex amministratore di condomini in via Gradoli a Roma. Morto nel corso del primo grado l’ex generale del Sisde Quintino Spella, accusato di depistaggio.

Come ogni anno ricordiamo la strage alla stazione e commemora le vittime del più grave attentato della storia.

Bologna ricorda le vittime della strage alla stazione di Bologna con un’installazione permanente: ottantacinque sampietrini della memoria lungo il percorso da piazza del Nettuno a piazza Medaglie d’Oro. Ispirati alle pietre d’inciampo dell’artista tedesco Gunter Demnig portano ognuno il nome e l’età di uno delle vittime. “Bologna non dimentica”, la scritta che campeggia da ieri sul grande striscione esposto, oltre che a Palazzo d’Accursio, anche su una delle Torri della Regione Emilia-Romagna in attesa delle celebrazioni di oggi.

La presidente Irene Priolo rappresenterà la Regione Emilia-Romagna all’intera cerimonia di commemorazione della strage. Alle 8.20 sarà presente, insieme al sindaco di Bologna, Matteo Lepore, e al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, all’incontro con i familiari delle vittime nel cortile d’onore di Palazzo d’Accursio e seguirà il corteo fino a piazza Medaglie d’oro per l’intervento del presidente dell’Associazione delle vittime, Paolo Bolognesi, il triplice fischio del treno e il minuto di silenzio in memoria delle vittime. La presidente concluderà la sua partecipazione con la deposizione delle corone davanti al cippo dedicato a Silver Sirotti.

Alle ore 11.30 l’assessore alle Politiche per la Salute, Raffele Donini, parteciperà alla cerimonia di deposizione delle corone in memoria dei tassisti deceduti il 2 agosto 1980 presso la sede di Co.Ta.Bo. in via Stalingrado.

Alle 11.35 la vicepresidente dell’Assemblea legislativa, Silvia Zamboni, salirà sul treno speciale per San Benedetto Val di Sambro per la commemorazione, in stazione, delle vittime degli attentati al treno Italicus e al Rapido 904.

Alle 21.15 l’assessore alla Cultura, Mauro Felicori, parteciperà al concerto serale in piazza Maggiore dove l’orchestra del Teatro comunale di Bologna eseguirà brani vincitori del Concorso internazionale di composizione “2 agosto”, giunto alla 30^ edizione e che sarà trasmesso in diretta su Rai5 e Rai Radio3.

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