Il messaggio dei contadini è arrivato al mondo intero con Sanremo
“Tutte le strade portano a Roma”
Vita gazette – È un famoso detto: “Tutte le strade portano a Roma”. Le proteste degli agricoltori che hanno attraversato tutta l’Europa hanno raggiunto Roma. E il loro messaggio è stato trasmesso al mondo intero in una lettera attraverso il Festival di Sanremo.
Tutte le strade portano a Roma: Si dice che sia un’espressione emersa come risultato del grande servizio reso dall’imperatore romano. Cesare ordinò e chiese a Roma di andare ovunque in macchina. In questo modo furono costruite strade ovunque, a partire da Roma. Queste strade furono utilizzate per secoli dalle più piccole strutture feudali e dai più grandi imperi apparsi sulla scena della storia quasi dopo l’Impero Romano. Anche oggi queste strade sono testimoni delle proteste dei contadini.
Come in altri paesi europei, anche in Italia continuano le proteste degli agricoltori. Gli agricoltori che partono con i loro trattori esprimono le loro reazioni alle politiche agricole e alle tasse dell’UE. E la settimana scorsa la protesta dei trattori è arrivata fino alle porte di Roma. Hanno fatto il loro giro simbolico per la città.
I Sono stati circa duecento, ieri sera, i trattori di Riscatto agricolo in corteo sul Grande Raccordo Anulare di Roma. Quattro trattori nel cuore di Roma. Tornando alla Capitale, saltata la grande manifestazione prevista a San Giovanni, in mattinata i trattori hanno fatto ingresso nel cuore della città senza bandiere alle spalle. Suonando i clacson e scortati dalle forze dell’ordine, i mezzi agricoli sono passati davanti al Colosseo e si sono diretti poi al Circo Massimo.
E, sarà giovedì, alle 15, al Circo Massimo, la manifestazione del “Cra, agricoltori traditi”, l’altro fronte della protesta degli agricoltori. Che significa: La loro protesta andrà avanti.
Uno degli ultimi indirizzi degli agricoltori che hanno partecipato alle proteste in tutta Italia è stato il Festival di San Remo più importante del paese. Al Festival di Sanremo, Amadeus ha letto la lettera degli agricoltori sul palco
Il testo letto da Amadeus sul palco dell’Ariston:
“Gli agricoltori italiani pagano lo scotto di decisioni sbagliate non basate sulla scienza. Basti pensare a politiche comunitarie quali il green deal, la direttiva sulla qualità dell’aria o il regolamento sui fitofarmaci, fortunatamente ritirata dalla Commissione UE grazie alle nostre proteste; tutte queste politiche, a nostro avviso eccessivamente sbilanciate a favore dell’ambiente, vanno a discapito di tutta l’agricoltura italiana, con particolare riferimento alle piccole aziende. Su queste questioni pesa poi la spada di Damocle dei prezzi pagati agli agricoltori. Ricordiamo a tutti che noi non possiamo programmare il prezzo di vendita dei nostri prodotti, perché siamo sottoposti ad un mercato drogato dalle speculazioni, dove il prezzo a noi pagato è un decimo di quello che pagano i consumatori. Per questo stiamo protestando in questi giorni: chiediamo una legge chiara che garantisca la giusta distribuzione del valore lungo la filiera agroalimentare, con reciproci benefici per i produttori agricoli e per i consumatori. I prezzi pagati agli agricoltori sono fermi da trent’anni, tanto che ai consumatori alcuni prodotti arrivano a costare fino a dieci volte di più. Siamo l’unica categoria a non poterci basare sui costi di produzione a non poter applicare i costi, subendo tutti gli svantaggi del mercato e delle possibili intemperie della stagione, pur avendo costi alti e certi legati alla semina e alla produzione. Non stiamo ora a tediarvi elencandovi nel dettaglio quello che chiediamo, che abbiamo più volte spiegato alla stampa e portato all’attenzione della politica, ma vogliamo limitarci a trasmettere un messaggio molto semplice: noi agricoltori non siamo in piazza per chiedere aiuti o sussidi, ma solo per assicurarci che ci venga corrisposta la giusta remunerazione per il duro e insostituibile lavoro che svolgiamo quotidianamente, grazie al quale ogni cittadino può mangiare ogni giorno. Questo purtroppo non avviene da tempo, tanto che oggi la maggior parte dei frutti del nostro lavoro è ampiamente sottopagato, con ricavi che sono abbondantemente inferiori ai costi di produzione. Protestiamo quindi per difendere la dignità di tutti gli agricoltori e per chiedere con forza che venga corrisposto il giusto alle nostre produzioni. Un Futuro all’Agricoltura e al Made in Italy. Tutto questo semplicemente perché senza agricoltura non c’è vita, non c’è sovranità alimentare, non c’è libertà; chiediamo solo la possibilità di continuare a onorare gli insegnamenti dei nostri genitori e dei nostri nonni, che con rispetto, amore e dignità ci hanno portato a coltivare il valore della terra e di ciò che rappresenta, con il solo e unico obiettivo di lasciare un mondo migliore ai nostri figli. Concludiamo con un saluto all’Italia, alla Rai e a te Amadeus. Grazie per aver dato voce agli agricoltori nel tempio della musica italiana. Negli scorsi giorni abbiamo insistito nel voler salire noi stessi sul palco per un unico motivo: far vedere anche i nostri volti, facce pulite che rappresentano il futuro dell’agricoltura italiana e occhi appassionati di chi crede ancora che, citando Papa Francesco, non c’è umanità senza coltivazione della terra”.
Gli agricoltori di tutta Europa protestano
Gli agricoltori di tutta Europa protestano dallo scorso anno versando fango o fertilizzanti davanti alle istituzioni pubbliche e a varie organizzazioni o bloccando le strade, citando il prezzo del carburante, l’aumento delle tasse e l’insufficienza dei pagamenti di sostegno.
Tra le questioni criticate dagli agricoltori ci sono le politiche agricole dell’UE, gli obiettivi di ripristino della natura, i tagli ai pagamenti di sostegno, gli elevati costi di energia, carburante e fertilizzanti derivanti dalla crisi ucraina, i prodotti cerealicoli a basso costo provenienti dall’Ucraina e le misure di risparmio idrico.
In molti paesi, gli agricoltori affermano di non essere pagati abbastanza; Dicono di essere sopraffatti da tasse, burocrazia e norme ambientali eccessive, e sottolineano anche che le importazioni di prodotti alimentari a basso costo aumentano la gravità della situazione.
Le proteste degli agricoltori che da mesi scendono in piazza in Europa continuano in paesi come Bulgaria, Grecia, Germania, Portogallo, Polonia, Italia e Francia.
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