L’Italia dichiara guerra ai falsi prodotti cinesi etichettati come “Made in Italy”
Vita Gazette: Le borse, “made in Italy”, ma provengono dalla Cina. A Venezia è stata effettuata un’operazione su prodotti in pelle cinese mimetizzati con l’etichetta “made in Italy”. Sono state sequestrate oltre 3.700 buste contraffatte in 9 negozi. Quasi 4.000 buste contraffatte e 15.000 etichette con la scritta “Made in Italy” pronte per essere apposte sui prodotti sono state trovate nei magazzini materiali del centro ingrosso di Padova.
Utilizzando la reputazione e l’etichetta del “made in Italy”, la guardia di finanza italiana ha lanciato un’operazione contro negozi e grossisti che vendono prodotti cinesi falsi. Non sono una novità i prodotti contraffatti venduti in centro storico, ma i sequestri eseguiti dalla guardia di finanza nei giorni scorsi, circa 8 mila accessori di pelletteria, sono rilevanti. L’indagine è partita da un negozio di accessori in pelle gestito da un cittadino straniero. Le borse in vendita riportavano la stampigliatura “made in Italy” e tutte le indicazioni in vetrina facevano pensare che i prodotti fossero il risultato della qualità della manifattura italiana.
I sospetti delle fiamma gialle che la merce venduta non fosse nostrana sono stati confermati da un controllo sulle banche dati, che hanno permesso di estendere i controlli anche ad altri 8 negozi del centro storico e sequestrare un totale di 3.700 borse, tutte munite di un cartellino che riportava la fasulla attestazione di origine.
Le indagini hanno condotto la Guardia di Finanza a un centro di commercio all’ingrosso con sede a Padova e alle sue reti di catene. Dai documenti commerciali ottenuti è emerso che il paese di origine di tutti i sacchi sequestrati era la Cina. Dopo aver perquisito i magazzini, i militari hanno sequestrato 4.000 borse e 15.000 etichette con la scritta “Made in Italy” pronte per essere apposte sulla pelletteria.
La Finanza ha denunciato 9 persone alle Procure di Venezia e Padova. E li riteneva responsabili di truffe per commerciare e vendere prodotti con segni fuorvianti. Oltre 3.700 erano in vendita in 9 negozi di Venezia, 4 mila sono state trovate nei magazzini di approvvigionamento in un centro all’ingrosso padovano
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